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Grazie al Lions Club Marostica edito un libro sulla città Francescana

Raccontati sette secoli di chiese, conventi, opere d’arte e assistenza ai poveri

Il Lions Club Marostica, ha voluto festeggiare il suo ventennale con la collocazione, di qualche mese fa, nel giardino di porta Bassano, della scultura San Francesco e il lupo di Luigi Carron. Il monumento fuso in bronzo e stato realizzato grazie anche al contributo di altre associazioni e cittadini.

Una nuova iniziativa ha sugellato la forte presenza Francescana nella città: due conventi, un’altra chiesa, molte opere d’arte ma soprattutto forti influenze nella crescita sociale e urbanistica di Marostica sono state indagate ed illustrate da un libro edito da Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank.

L’opera, curata dal Lions Club Marostica, ha raccolto i contributi di storici e professionisti nel campo dell’architettura, dell’arte e dell’iconografia.

Luciano Bertazzo, Giuseppe Antonio Muraro, Duccio Antonio Dinale, Mario Guderzo, Angelo Chemin, Maria Elisa Avagnina, Anna Maria ed Elisabetta Carron, Giorgio Strappazzon, Valentino Scomazzon, Alberto Berton, Mariangela Cuman, Massimiliano Patassini, Lanfranco dalla Rizza e Franco De Toffol percorrono una storia secolare si dipana dal Trecento, con i primi insediamenti dei frati fino ai giorni nostri. Sette secoli di alterne fortune che non hanno mai fatto venire meno la devozione locale agli insegnamenti del Poverello d’Assisi.

Dopo l’insediamento di alcuni conventi nelle città circostanti, Marostica vedrà l’arrivo di frati minori conventuali e la costruzione del primo convento agli inizi del 1400. Numerosi gli intrecci con la storia locale, come la soppressione del convento di modeste dimensioni per finanziare la guerra di Candia (metà del 1600); la fine decretata da Napoleone, ai primi 800, del Convento di San Sebastiano, che incombe tutt’ora sulla città.

Dalle pale dei Bassano agli sbiaditi capitelli nei borghi sono una trentina le rappresentazioni iconografiche del culto francescano tuttora esistenti.

A Marostica i francescani si impegnarono nell’assistenza ai poveri anche negli ospitali. Le loro presenze hanno condizionato lo sviluppo architettonico e urbanistico della città: a partire dagli Scaligeri l’organizzazione degli spazi pubblici non poté non integrare gli insediamenti di coloro che erano massimamente a contatto con il popolo.

Il libro, in stile francescano, si chiude ispirandosi al Santo, per cui la madre terra era sorella, con un richiamo al recupero di una coscienza ecologica individuale che possa salvare l’ambiente.