Progetto

Conosciamo i cani allerta diabete

tre aneddoti per raccontare come un cane possa assistere una persona diabetica

Dal 01/07/2022 - in corso

 

Si sa che il miglior amico dell’uomo e’ il cane.

Ho conosciuto Roberto Zampieri fondatore del Progetto Serena, una associazione nata alla fine del 2013 dedicata alla figlia Serena Zampieri. Il progetto, a cui  Roberto si dedica con tutto il cuore, e’  iniziato grazie a due cani appartenenti a persone non diabetiche.

Con loro si e’ potuto portare alla luce il “Protocollo cani allerta nel diabete”, un metodo che rimane ad uso esclusivo del Progetto Serena. La ricerca e il protocollo sono eseguiti sotto stretta collaborazione con il Prof. Enzo Bonora dell’Universita’ Endocrinologa di Verona. Il cane deve imparare a svolgere molti compiti in supporto alle varie necessita’ che nel tempo possono manifestarsi.  Saper portare oggetti nelle mani del proprio padrone, come il Kit di controllo della glicemia, liquidi e/o bevande richieste, raccogliere da terra chiavi e altro. Il cane non deve allontanarsi o distrarsi davanti ad altri cani o fonti di interesse secondarie, perche’ il loro dovere e’ quello verso il proprio padrone. Nel caso in cui sia il bambino portatore di diabete, e che l’allerta avvenga di notte, il cane deve sapere aprire le porte e allertare i famigliari che dormono in un’altra stanza. La scelta del cane non e’ data da una specifica razza, ma principalmente sulle caratteristiche del carattere e sull’indole del cane. Si possono usare anche splendidi meticci, provenienti dai canili. La selezione del cane avviene verificando il loro equilibrio psicologico e comportamentale. Se una famiglia possiede gia’ un cane, le valutazioni del cane stesso sono differenti e non sono solo relativi al naso del cane. La preparazione di un cane allerta non puo’ essere concentrata in poco tempo, bensì ad una tempistica adatta al corretto apprendimento. Le fasi e la durata di scuola si differenziano in base all’età del cane, di norma 24 mesi. Chi puo’ beneficiare di un cane allerta ha una forte motivazione a causa della sua malattia, ma a volte cio’ non e’ sufficiente.

Ci sono delle regole di comportamento che una famiglia che ha un cane allerta deve avere, tipo il senso di responsabilita’, le attenzioni, l’allenamento quotidiano, il gioco, le uscite con qualsiasi condizioni meteo per l’espletamento dei bisogni fisiologici, le passeggiate.

Per meglio comprendere come funziona il cane Allert Diabete prendiamo alcuni episodi dalle cronache di riviste e giornali :

RED E ANNA

Questa e’ una storia di vita vissuta tra Red e Anna. Red annusa ogni centimetro del mio corpo prima di leccarmi sul viso per segnalare una ennesima ipoglicemia. Gli rispondo Red tranquillo vado a farmi lo stick, non c’è bisogno di chiamare il mio compagno, faccio sonnacchiosa e stordita, provvedendo a correggere il calo degli zuccheri. Il mio meticcio bianco-rosso mi scorta come le migliori guardie del corpo, e si stringe a me, nell’attesa che l’abbattimento fisico mi dia tregua. Lui e’ felice, chiede solo affetto e io mi reputo una donna fortunata.

LA STORIA DELL’ANGELO MYA

Avevo sempre pensato di avere una vita normale: casa, lavoro, amici, ma ricevo una brutta notizia: “Lei ha il Diabete”; mi e’ crollato il mondo. Un giorno, guardando su internet leggo del Progetto Serena, mi si illumina una lampadina e, invece di chiamare li vado a trovare a Verona. Vado sul sito alla ricerca di un cane bisognoso di un padrone, e trovo uno splendido pastore tedesco femmina di nome Mya. Certo, non guarisci dal diabete, ma ti senti piu’ tranquillo e sereno, perche’ c’e’ un angelo che ti segue ovunque.

Le devo la vita per tutte le volte che mi ha svegliato e mi ha segnalato momenti veramente pericolosi.Posso solo dire mettete la vostra vita nelle zampe e nel tartufo di un cane, di certo non ve ne pentirete.

GLICY E SILVIO

Al reparto pediatrico, dopo una breve degenza, a mio figlio Silvio fu diagnosticato il Diabete tipo 1. Il Progetto Serena mi sembrava la soluzione piu’ indicato per aiutare mio figlio a condurre una vita normale, ma la Sardegna non disponeva di questo tipo di addestratori. Due anni di lacrime e di speranza vengono ripagate dalla presenza di un barboncino Toy, ricoperto di riccioli lanosi che nascondono gli occhietti vispi e attenti. Glicy avrebbe fuso la sua ombra con quello di Silvio, unendo le loro anime, come in un sacro vincolo matrimoniale. Il cane sembrava dirmi: se tuo figlio sta male, tranquilla, ti avviso io, mamma.

Il suo fiuto non tradisce e quando le narici fiutano l’odore del glucosio nel sangue che marcia verso una direzione sbagliata, Glicy abbaia forte, fino a destarci. Una volta che il suo padroncino viene soccorso, lei gli rimane accanto per assorbire tutti gli scompensi fisici che il diabete scaglia impietoso.

Cani che abbiano salvato la vita ai loro padroni, e che sono andati sui giornali e sulle cronache nazionali sono piu’ di uno, basta andare a vedere in internet i loro racconti.

L’utilizzo dei cani allerta puo’ rappresentare una svolta per aiutare chi ha malattie difficili da curare, e nonostante che il loro numero continui a crescere sono ancora pochi.

 

Vittorio Borselli