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Convegno sulla condizione carceraria

Convegno sulla condizione carceraria e il nuovo carcere di San Vito al Tagliamento 12-12-2108

La sospensione dei lavori del nuovo carcere di San Vito è stato oggetto di riflessione in un importante convegno sulla condizione carceraria organizzato dai Lions Club della provincia di Pordenone:
. Sesto al Reghena in Sylvis
. Sacile
. Medio Tagliamento
. Brugnera Pasiano Prata
. Porcia
. Pordenone Naonis
. Pordenone Host,
. Maniago Spilimbergo.

Il convegno, con il patrocinio del comune di San Vito al Tagliamento, si è tenuto in sala consiliare mercoledì 12 dicembre. Coordinatrice dei lavori è stata la presidente del Lions di Sesto al Reghena prof.ssa Gabriella Sfreddo.

Il sindaco Di Bisceglie ha tenuto a precisare che ora, con la sentenza del Consiglio di Stato, i costi e i tempi  aumenteranno per la realizzazione del nuovo fabbricato penitenziario, auspica perciò la soluzione del problema. L’importante convegno si è tenuto

Il dott. Sbriglia, Provveditore delle carceri del Triveneto ha sottolineato il grande bisogno del nuovo carcere a San Vito per offrire dignità non solo ai detenuti ma anche agli operatori penitenziari.

Il carcere di san Vito sarà scuola, fabbrica, università e luogo di culto, favorendo ricchezza sociale e culturale al territorio.  La qualità di vita nel carcere non può che essere simbolo di un paese civile.

Il dott. Quagliotto, direttore delle Casa Circondariale di Pordenone, dopo aver  elogiato la comunità di San Vito perché si è fatta carico della costruzione del nuovo carcere, ha sottolineato come in generale manchi nelle carceri italiane il senso della “Maestà dello Stato” dato che spesso la struttura delle carceri si presenta  vecchia e non adeguata come a Pordenone. C’è però da evidenziare come lo sforzo degli operatori carcerari favoriscano un incontro relazionale volto al recupero della persona. Si attuano per questo dei progetti atti a favorire la rieducazione psicologica dei carcerati attraverso anche laboratori artistici come quello, che è stato organizzato di recente, dell’artista Pasquale Longo.

Don Rigolo ha parlato di giustizia “riconciliativa” facendo riferimento all’articolo 27 della Costituzione italiana: “Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Il procuratore Tito, attraverso una vera “arringa”, ha sottolineato come spesso ci si dimentica dei danni morali e materiali delle persone offese, per cui le pene si limitano solo a far perdere la libertà al condannato ma non a risarcire chi ha ricevuto il danno. Per non parlare poi del fatto che, dato il sovraffollamento delle carceri, molte volte la condanna si limita ai domiciliari che certamente non tendono alla rieducazione della persona.

Dobbiamo uscire da questa perversione: rendere giustizia più vicina al fatto commesso con pena efficace solo così le sentenze saranno un deterrente contro la criminalità.

L’altra assurdità è che nonostante il calo dei reati, gli omicidi ad esempio sono meno del 15%,  le carceri sono piene. Nessuna emergenza sicurezza dunque ma il legislatore ha ritenuto opportuno aumentare gli anni di pena a chi ha commesso reati minori, tipo il rubare una bicicletta all’interno di una proprietà, con il risultato dell’affollamento delle carceri; i detenuti sono infatti passati a oltre 60.000 e questo comporterà una sanzione onerosa all’Italia da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo.

Il vice procuratore onorario Alberto Cino del Lions Club del Medio Tagliamento ha sottolineato la funzione educativa della pena e il ruolo importante dell’avvocato difensore durante il processo, al fine di arrivare ad una sentenza giusta.

La serata si è conclusa con numerosi interventi che hanno sottolineato l’importanza del pendere coscienza del problema della condizione del carcerato e della necessità inderogabile della costruzione di un nuovo carcere a San Vito nel tempo più breve possibile.